Malatattie degli occhi: la cataratta

Come curarla: sintomi, terapie e interventi

La cataratta è una malattia degli occhi molto diffusa, soprattutto in età avanza. Oggi ci sono cure avanzate che consentono di guarire dalla malattia.

Indice dei contenuti sulla cataratta:


Cos'è la cataratta?

Tra le varie malattie degli occhi, una delle più diffuse è la cataratta. Colpisce il cristallino, cioè la lente dell’occhio che consente la messa a fuoco delle immagini sulla retina. Il cristallino sano è trasparente, mentre la cataratta ne provoca la progressiva opacizzazione, che ha come conseguenza l'annebbiamento della vista.
Chi soffre di cataratta ha la sensazione di un “velo” che copre lo sguardo, quindi non riesce a distinguere con chiarezza gli oggetti e le distanze.

Quante persone soffrono di cataratta?

Secondo recenti studi della SOI (Società Oftalmologica Italiana), nel 2018 si sono verificati 26 milioni di casi nel mondo, 650.000 pazienti sono stati operati in Italia (fonte: AdnKronos - Cataratta intervento più eseguito al mondo).
La cataratta è la più importante causa di deterioramento visivo del mondo: circa il 40% dei soggetti di età compresa tra i 55 ed i 64 anni sviluppa una cataratta e circa il 90% di quelli di età superiore ai 75 anni.
Inoltre, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, su 39 milioni di ciechi presenti nel mondo, più della metà sono dovuti a questa patologia.


Quali sono le cause della cataratta?

Esistono varie forme di cataratta: la cataratta senile, quella congenita, quella associata ad altre malattie, quella da farmaci, quella traumatica.
Quella più comune è sicuramente la forma senile, che è il risultato di un processo di invecchiamento fisiologico dell’occhio.
Ci sono poi fattori di rischio che predispongono all’insorgenza della cataratta:

  • esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti
  • uso di farmaci con cortisone
  • fumo
  • diabete
  • malattie degli occhi come miopia e glaucoma

La cataratta può insorgere anche in seguito a traumi o all’esposizione prolungata a radiazioni.
Esiste poi la cataratta congenita che si manifesta nei neonati ed è dovuta a ereditarietà, a radiazioni o a infezioni contratte dalla madre e/o a farmaci assunti durante i primi mesi di gravidanza.


Con quali sintomi si manifesta la cataratta?

Nelle prime fasi la cataratta può essere asintomatica e non manifestare segnali di allarme specifici, perché progredisce molto lentamente.
Solitamente, la cataratta si presenta con questi sintomi:

  • vista sfocata
  • presenza di aloni colorati attorno alle luci o riverberi strani
  • vista sdoppiata
  • vista “ingiallita”, con colori che appaiono sbiaditi, poco accesi

Come viene diagnosticata la cataratta?

Per diagnosticare la cataratta, l’oculista esegue una semplice visita oftalmologica che comprende l'esame biomicroscopico con lampada a fessura e l'esame della refrazione e della acutezza visiva.
Per l’esame è necessaria la dilatazione della pupila con uno speciale collirio, perché la semplice illuminazione dell’occhio non consente di osservare il cristallino nel modo necessario.

In previsione dell'intervento, l’oculista può richiedere altri esami quali:

  • Ecobiometria
  • Biomicroscopia dell'endotelio corneale
  • Ecografia bulbare
  • Eventuali esami retinici (fluorangiografia, tomografia OCT)
  • Campimetria computerizzata e pachimetria corneale
  • Valutazione della motilità con visita ortottica

Come si può curare la cataratta?

Per curare la cataratta non esistono farmaci che ripristinano il cristallino, è quindi necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico. L’obbiettivo dell’intervento è asportare la parte del cristallino opacizzata e impiantare una lente sostitutiva, si tratta di una lente artificiale o cristallino IOL.
L’intervento chirurgico della cataratta è breve, sicuro e indolore grazie all’applicazione di gocce anestetiche.

Gli esami preparatori per l’intervento
Il paziente viene sottoposto ad alcuni di esami di routine quali conta endoteliale ed ecobiometria. Per questo secondo esame ormai si utilizza da alcuni anni una luce laser che misura la lunghezza del bulbo oculare, per stabilire con precisione il potere della lente intraoculare che sostituirà il cristallino danneggiato. Qualora la cataratta fosse eccessivamente avanzata al posto della luce laser si utilizzano gli ultrasuoni che erano la metodica di routine fino ad alcuni anni fa

Le tecnologie a supporto della cura della cataratta
Alcune tecnologie hanno aumentato la qualità degli interventi chirurgici per la cataratta. Ecco quali:

  • Apparecchiatura diagnostica polifunzionale
    Serve a raccogliere informazioni sulle caratteristiche dell'occhio; i dati raccolti vengono poi trasferiti in sala operatoria e proiettati come immagini virtuali nel microscopio utilizzato dal chirurgo.
  • Nuovi microscopi
    La definizione più elevata aiuta a distinguere meglio i più piccoli dettagli anatomici; negli oculari possono essere proiettati i dati numerici e le immagini virtuali ricavate durante gli esami strumentali preoperatori. Il chirurgo ha il vantaggio di poter confrontare e seguire tutte queste indicazioni in tempo reale.
  • Laser a Femtosecondi
    Questo laser emette impulsi di pochi micron di diametro ad altissima frequenza ed intensità, permettendo di sezionare i tessuti in modo preciso e omogeneo.
  • Lenti intraoculari
    Le lenti intraoculari (o cristallini artificiali) oggi vengono realizzate con ancor maggiore precisione e consentono al chirurgo di correggere l’80% dei difetti visivi preesistenti come miopia, ipermetropia ed astigmatismo.
  • Facoemulsificatore ad ultrasuoni
    Il facoemulsificatore ad ultrasuoni ha un sistema di controllo computerizzato che mantiene costante la pressione dell’occhio durante tutto l’intervento. Inoltre, nuove sonde riducono la quantità di ultrasuoni necessaria a frantumare il nucleo opaco della cataratta.

Curare la cataratta con la facoemulsificazione

La facoemulsificazione è l’operazione che consente di asportare il cristallino opacizzato e sostituirlo con uno artificiale.
Si tratta di un intervento microchirurgico che dura 20 minuti circa e si sviluppa in varie fasi:

  • durante la prima fase si effettua un taglio di circa 2 mm nell’occhio per inserire il facoemulsificatore, uno strumento che genera ultrasuoni tramite una vibrazione di 40-50.000 volte al secondo
  • gli ultrasuoni prodotti dal facoemulsificatore riducono in frammenti il cristallino
  • le parti frantumate del cristallino vengono aspirate
  • il cristallino viene sostituito con la lente intraoculare (IOL), una lente artificiale trasparente

L’operazione di facoemulsificazione è indolore: per eseguirla viene usato un collirio anestetico prima e durante l’intervento, per impedire che il paziente percepisca dolore o fastidio.
La facoemulsificazione non necessita di anestesia generale: in questo modo il paziente può restare sveglio ed essere più collaborativo.

Cosa accade dopo l’intervento di cataratta?
Nel periodo di post intervento di cataratta il paziente potrà avere la sensazione di corpo estraneo, bruciore, fastidio, lacrimazione, fotofobia, annebbiamento della vista e talvolta cefalea. La visione potrà essere poco nitida con macchie rossastre dovute all’abbagliamento della luce utilizzata durante l’intervento.
A seconda del caso clinico, è sconsigliata l’attività professionale, l’uso di macchine o di strumenti pericolosi, la guida dell’auto sono sconsigliati per un periodo di tempo definito dall’oculista

I benefici dopo l’intervento

Dopo il primo periodo il paziente comincia nuovamente a vedere correttamente. La sensazione provata dalla maggior parte dei pazienti è di “rinascita” perché l’offuscamento e l’annebbiamento sono cancellati ridonando una visione normale.

Come prevenire la cataratta?

La cataratta non è solo collegata all'invecchiamento ma anche allo stile di vita adottato.
Tra i meccanismi che portano allo sviluppo della cataratta c'è l'ossidazione prodotta dal metabolismo del glucosio nel cristallino.
Per questa ragione un'alimentazione ricca di antiossidanti può essere di aiuto nella prevenzione della cataratta: gli alimenti ricchi di vitamina C e D sono quindi un valido supporto contro la malattia.
Un altro fattore importante che può portare alla cataratta è l’esposizione ai raggi ultravioletti del sole, che possono danneggiare il cristallino, accelerando la sua opacizzazione. L'uso di lenti solari protettive certificate è quindi molto importante.


La cataratta secondaria: cos'è e come si cura

Cos'è la cataratta secondaria?
La cataratta si cura con un intervento chirurgico che  rimuove il nucleo centrale del  cristallino sostituendolo con una lente artificiale posta sulla capsula posteriore del cristallino stesso, lasciata appositamente in sede.
In alcuni casi (circa il 20% delle operazioni) dopo un periodo di tempo che può essere assolutamente variabile - da  alcuni mesi a parecchi anni - la capsula del cristallino può opacizzarsi e determinare un nuovo abbassamento della vista.
Si parla in tal caso della cosiddetta "cataratta secondaria".
L'opacizzazione della capsula è dovuta alla proliferazione di cellule infiammatorie, che si depositano su di essa e la rendono quindi opaca.
La cataratta secondaria colpisce maggiormente persone giovani e soggette a infiammazioni croniche (come per esempio l'uveite).

Quali disturbi può causare?
La cataratta secondaria provoca annebbiamento e offuscamento della vista.

Come si cura la cataratta secondaria?

Per curare la cataratta secondaria si esegue un intervento con lo YAG-laser.
Si tratta di un laser capace di attraversare le strutture trasparenti dell’occhio eseguendo il taglio soltanto della porzione di tessuto su cui viene focalizzato.
Inizialmente l'occhio viene anestetizzato con un collirio, successivamente si pratica un foro con il laser al centro della capsula posteriore.
Così facendo si elimina l’opacità, facendo tornare la visione nitida.
L'intervento è molto rapido e assolutamente indolore.

Come ci si comporta dopo l'intervento di cataratta?

  • Subito dopo l’intervento di cataratta l’oculista applica una benda protettiva sull’occhio e consiglia di indossare occhiali con lenti oscurate. L’occhio operato deve essere curato con colliri e non bisogna sforzarlo. L’oculista fissa gli appuntamenti successivi all’intervento di cataratta, per mantenere la situazione dell’occhio sotto controllo.
    In questi primi giorni è normale avvertire prurito agli occhi, pesantezza delle palpebre, arrossamento e lacrimazione. La visione corretta viene riacquistata completamente dopo qualche giorno, mentre la guarigione completa avviene dopo circa un mese.
  • Nelle prime settimane dopo l’intervento di cataratta l’occhio operato è ancora piuttosto sensibile ed è meglio mantenerlo sotto controllo. Bisogna verifica che gli occhiali usati in precedenza siano ancora corretti e parlarne con l’oculista.
  • Comportamenti da evitare: sfregarsi o grattarsi l’occhio operato; guidare o percorrere a piedi tratti molto lunghi, truccare l’occhio operato, dormire poggiandosi sul lato dell’occhio medicato; praticare sport acquatici o che possano essere rischiosi per gli occhi, entrare in contatto con sostanze irritanti come vernici, spray, polvere.



Approfondimenti per la cura della cataratta

Le cure per la cataratta secondaria
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